Il piccolo Alan Kurdi, trovato cadavere sulla spiaggia turca di Bodrum, è soltanto uno dei quattromila siriani morti nel mar Egeo mentre tentavano di raggiungere la Grecia dalla Turchia. Un’ecatombe che ha reso quel braccio di mare la rotta più pericolosa del mondo. Per ricordare una tragedia che purtroppo non si è ancora conclusa l’associazione turca Hayata Destek – in inglese “Support to life” – ha voluto costruire un cimitero galleggiante con decine di lapidi che portano inciso il nome delle persone annegate durante la traversata. Non tutti sono stati recuperati o identificati e il dolore dei sopravvissuti è inimmaginabile.
Un cimitero galleggiante per ricordare i 4mila siriani morti nel tentativo di raggiungere la Grecia.
24 Maggio 2016, 23:18
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