Sopralluogo dei carabinieri al cimitero e all’ufficio tecnico di San Cipirello: al setaccio i lavori di ristrutturazione delle tombe. L’attenzione è puntata sulla gestione del cimitero e in particolare su un presunto “business delle sepolture”. Da luglio del 2017 le sezioni storiche del camposanto sono state oggetto, infatti, di ripetuti interventi privati: oltre una trentina le tombe ristrutturate in gran fretta con opere in cemento armato. Le estumulazioni nel cimitero vecchio sembra siano state fatte con lo scopo di vendere e ristrutturare le sepolture: mille 500 euro da versare al Comune; 500 euro da dare a ditte private per l’estumulazione della salma presente all’interno della sepoltura e circa duemila euro per ristrutturare la tomba. Da oltre un anno ad operare all’interno del camposanto è stata soprattutto una ditta individuale costituita il 23 giugno del 2017, dodici giorni dopo le elezioni comunali. Da allora sembra abbia costantemente presidiato l’ingresso e i viali del cimitero per procacciarsi clienti. E proprio sui cittadini che hanno acquistato le sepolture si è concentrata l’attenzione dei carabinieri. Ieri sono stati convocati in caserma proprio alcuni degli acquirenti. Le foto pubblicate in questi mesi dal Giornale di Sicilia, oltre alle opere abusive, mostrano anche resti umani ancora mummificati gettati dentro l’ossario. Le immagini raccontano anche l’impiego di un trattore verde che traina un carrello carico di materiali di scavo e pezzi di bare. In altre foto si vede il mezzo agricolo uscire dal camposanto e dirigersi verso le campagne, dove scarica materiale in un terreno privato. A detta dell’amministrazione comunale il trattore sarebbe stato utilizzato per caricare detriti e ramaglie. Ed a conferma della versione è stata acquisita agli atti del Consiglio comunale una recente relazione del responsabile del cimitero comunale. Nella nota il dipendente informa l’area tecnica ed il sindaco sul contenuto della convocazione in caserma. E senza alcun riserbo per le indagini, riferisce domande e risposte. Resta il sospetto di trasporti “anomali”.