Mistero al Cimitero Maggiore, dove aleggia lo spettro inquietante di un raid sacrilego. Difficile non pensare alla peggiore delle ipotesi, sebbene non sia stata ancora verificata, di fronte allo scenario apparso nel campo VIII dentro il cimitero che sorge all’estrema periferia nord occidentale. Decine di lapidi pesantissime, di una bellezza antica e austera, risalenti agli inizi del ‘900, sono state divelte e sistemate poi in modo sconnesso. Da chi? Spesso mancano lettere e numeri in ferro battuto: sono stati rubati? Una lastra di marmo spaccata a metà: con quale oggetto? Cippi con la Stella di David sono inclinati o buttati a terra. E poi monumenti e vasi funebri giacciono frantumati al suolo. Davvero qualcuno ha profanato quell’area del Maggiore? C’è l’ombra dell’antisemitismo? Intorno non si vedono né simboli né rivendicazioni. Milo Hasbani, copresidente della Comunità ebraica di Milano, dice di non essere al corrente della situazione e precisa: “Non ci risultano denunce di vandalismo. Avremmo avvertito subito le famiglie e la Questura. Quel campo è molto antico, risistemato alcuni anni fa a spese della comunità ebraica. Quindi è stato consegnato al Comune perché curasse la manutenzione e fosse conservato in modo dignitoso. Io però non ho visto in quale stato versa attualmente”. Il Maggiore, cimitero più grande di Milano, fu inaugurato nel 1895 e progettato dagli ingegneri Mazzocchi. Le tombe più antiche risalgono a fine ‘800. Alcune sono invase completamente dai rovi. Ma quando negli spazi comuni ci sono erbacce e troppe foglie nessun dubbio: in quel caso è solo mancata la manutenzione umana.