Se sei davvero vivo, non puoi restare indifferente. C’è un cane al centro della strada, il traffico rallenta un po’. Il cane resta immobile. Forse suona qualche clacson, forse gli impazienti friggono, non capiscono la ragione dell’intoppo. Il cane, un meticcio, rimane lì, come impietrito. Basta guardare meglio per rendersi conto che quel cane non è solo. Ai suoi piedi, anzi alle sue zampe, c’è un suo compagno di razza canina: è stato investito da un’auto, è morto sul colpo. Il cane amico lo veglia per ore. I vigili sono sorpresi. Qualcuno scatta fotografie. L’immagine ha qualcosa di straziante, e di solenne: la postura del cane che veglia, rigido, “compreso nel suo dolore“, diremmo se fosse umano. E lo stupore viene da qui: da questo “se fosse umano”. Ma i sentimenti non sono solo nostri: esistono anche per chi non li traduce in parole. Ugualmente intensi, forse anche più puri.
fonte: roma.repubblica.it