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Rivolta D’Adda. La Regione dice NO. Tramonta l’Ipotesi del Forno Crematorio in Paese.

L’idea di costruire un forno crematorio nel paese è definitivamente tramontata. La Regione ha infatti respinto la manifestazione d’interesse presentata dal Comune per la realizzazione di un forno crematorio accanto al camposanto, un’area già destinata a questo uso dal Piano cimiteriale vigente. L’amministrazione comunale aveva presentato la proposta a nome di 38 Comuni dell’Area omogenea cremasca, che avevano firmato il protocollo per la candidatura.
Dopo il fallimento dell’iniziativa di Spino nel 2021, anche questa seconda iniziativa non ha avuto successo.
Durante l’inverno e la primavera sono state raccolte le candidature, e nei giorni scorsi la Regione ha reso note le sue decisioni, scartando di fatto 14 delle 16 proposte ricevute, tra richieste per nuove strutture e il consolidamento delle attività esistenti.
Sarà invece potenziato l’impianto esistente di Bergamo con una nuova linea per 1.200 cremazioni. Inoltre, è prevista la costruzione di un nuovo forno crematorio a Desio, con una capacità di 2.400 salme distribuite su due linee.
L’iniziativa del sindaco Giovanni Sgroi mirava a soddisfare le crescenti richieste di cremazione e a garantire un introito annuale per il Comune, che il costruttore e futuro gestore del forno avrebbe dovuto versare. Gli stessi obiettivi erano stati perseguiti dall’allora sindaco di Spino, Luigi Poli, con il sostegno dei Comuni dell’Area omogenea.
Tuttavia, il progetto venne abbandonato in seguito a una sollevazione popolare: una raccolta firme che divise il paese e influenzò le elezioni amministrative del 2021, nelle quali l’amministrazione uscente riuscì a vincere con un margine ristretto sulla minoranza, da sempre contraria al forno crematorio.
La decisione della Regione di bocciare la proposta del forno crematorio riflette una scelta strategica per consolidare e potenziare le strutture esistenti piuttosto che avviare nuovi progetti.

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