Stavolta il sindaco Leoluca Orlando è in seria difficoltà tanto da pensare a cimiteri mobili, con le salme da sistemare in loculi prefabbricati da piazzare pure nei terreni confiscati. Quaranta giorni dopo essersi assunto l’onore di risolvere l’emergenza sepolture, le salme in deposito sono 494, quelle che c’erano a metà luglio quando l’assessore Roberto D’Agostino si è dimesso dopo essersi sentito delegittimato da Orlando che gli aveva intimato un cambio di passo. Il piano presentato dal sindaco per risolvere quella che è la più grande vergogna di Palermo, con i feretri in attesa da gennaio, fa acqua da tutte le parti e pare che ieri Orlando abbia convocato una riunione di fuoco.
Su questa vicenda che indigna e che ha visto scendere in campo anche l’arcivescovo Corrado Lorefice, si perde la faccia. E un fiume di soldi è già stato buttato al vento e nuove spese sono in arrivo. Il conto, al ribasso, è da capogiro e sfiora i 2 milioni. Mentre il piano messo in campo dal sindaco – svuotare 12 nicchie al giorno da rimpiazzare con altrettante salme a deposito – si è inceppato: l’ufficio Cimiteri da giorni non dà nessuna indicazione agli operai della Reset anche se, almeno sulla carta, ci lavorano più di 100 persone.