Il primo cimitero ebraico di Trieste risale al 1446, quando un triestino israelita, Michael, comprò un appezzamento di terra in Via del Monte, nella contrada di Santa Caterina.
Il cimitero antico crebbe nelle dimensioni, fino ad occupare nel corso dei secoli parte del colle di San Giusto.
Quando l’imperatore Giuseppe II ordinò – per ragioni sanitarie – che i cimiteri sorgessero al di fuori delle città, la comunità ebraica iniziò a seppellire i propri morti nell’attuale sede di Via della Pace, a partire dal 1 giugno 1843. Il cimitero è noto nella tradizione ebraica come “bet ‘olam“, cioè casa dell’eternità; i morti infatti non possono essere riesumati, né le tombe violate.
Quando pertanto il Comune di Trieste volle trasformare il colle di San Giusto in un parco – oggi noto come “della Rimembranza” – il cimitero antico venne espropriato (1909). Nell’occasione vennero salvati diversi sarcofagi di rabbini risalenti alla metà del Settecento, così come 800 pietre funerarie. Purtroppo la maggior parte venne affidata al custode, il quale scalpellava via le dediche e sfruttava l’altro lato per incidere il nome del nuovo defunto, “riciclandole”.