“Non hanno solo spostato la lapide, ma hanno anche ricoperto la fila di tombe con della terra da riporto e ora non so più dove è sepolto mio padre”. A dirlo è David De Grossi, cittadino imperiese il cui padre, Adriano De Grossi, morto nel 1989 all’età di 52 anni, è sepolto in un’ala del cimitero comunale di Oneglia. Ad accorgersi dell’accaduto, spiega De Grossi, è stata la sorella Patrizia: “Quando è andata al cimitero pochi giorni fa, si è accorta che la tomba di nostro padre non c’era più”.
Il tutto è accaduto a seguito dello spostamento di alcune lapidi, in concomitanza con i lavori di esumazione delle salme per poi tumulare nuovamente le ossa. Una procedura normale, utilizzata per trovare spazio per nuove tumulazioni, che però ora non permette ai familiari dei defunti di ritrovare la tomba dei propri cari, tanto che si teme che le ossa riconsegnate non siano più quelle del parente estinto. Il caso, segnalato anche all’assessore Antonio Gagliano, delegato al cimitero, non sarebbe il primo: nel cimitero di Oneglia, di vicende analoghe ne sarebbero capitate parecchie.
“Saranno in grado di risalire a mio padre?”, si chiede De Grossi, “Come faccio a sapere che le ossa sono le sue? Nessuno ci ha avvertito dell’esumazione e in quell’ala del cimitero è presente soltanto un cartello in metallo”.
fonte: riviera24.it