“Una domanda cresciuta negli ultimi anni in maniera esponenziale che non riesce a trovare risposte adeguate”. A distanza di un mese dalla chiusura imposta dalla mancanza di personale, è stato riacceso il forno crematorio del cimitero di via Pietrasantina. Nelle ultime settimane sono stati formati due addetti della cooperativa che gestisce i servizi cimiteriali per sopperire alla mancanza di personale del Comune, gestore dell’impianto, che nelle scorse settimane ha costretto agenzie funebri e associazioni di volontariato a “parcheggiare” decine di salme nelle camere mortuarie alimentando un “turismo funebre” verso altri impianti della Toscana con costi triplicati per le famiglie dei defunti. La riaccensione dell’impianto a pieno regime supera i problemi delle ultime settimane, ma non le criticità di un servizio “non adeguato a gestire la forte domanda, che negli ultimi anni ha conosciuto un vero e proprio boom”, sottolinea Adolfo Braccini, presidente della Società pisana per la cremazione che vanta 5.580 soci. Nel 2017, a fronte di 1.031 decessi, sono state effettuate 752 cremazioni (il 72,94%).