La neve, la chiusura in via precauzionale e una riapertura che porta con sé disagi storici e nuove difficoltà strettamente legate alle intemperie delle ultime settimane. Condizioni disastrose per il Cimitero Flaminio, quello di Prima Porta: 140 ettari di estensione, 37 chilometri di strade interne e una serie infinita di problemi. Viali tanto impercorribili da costringere le linee bus a cambiare percorso, servizi igienici fatiscenti, edifici tra buio, ruggine e intonaco che cade a pezzi. A tutto ciò si aggiunge la mancanza d’acqua con i rubinetti della zona nord a secco da agosto 2016, flusso idrico sospeso addirittura anche durante il periodo di novembre: così al Cimitero di Prima Porta chi ha voluto commemorare i propri defunti ha dovuto districarsi tra bottiglie di plastica e taniche e cassoni temporanei.