“In questo luogo/giacciono i resti di una creatura/che possedeva la bellezza/ma non la vanità/la forza ma non l’arroganza/il coraggio ma non la ferocia/E tutte le virtù dell’uomo senza i suoi vizi”. È questo l’incipit dell’epitaffio che Lord Byron, uno dei massimi poeti britannici, fece scolpire sulla tomba del suo cane terranova di nome Boatswain, cioè Nostromo. Il poeta e politico inglese in diversi momenti della sua vita visse con animali non umani quali un bassotto, un’aquila e un coccodrillo. Ma fu senz’altro lo splendido terranova a rapirgli il cuore. Quando muore l’animale di casa il lutto è “analogo come processo a quello che si ha quando muore una persona cara. Ma questo lutto spesso non è riconosciuto dalla società, si considera un animale meno importante”, spiega Elisa Silvia Colombo, psicologa e dottore in ricerca che collabora con il laboratorio Canis Sapiens dell’Università Statale di Milano.