Museruola (“è la legge”) e passo lento, arriva nel piazzale del tribunale prima di mezzogiorno. Accompagnato dal fedelissimo padrone Luigi Baselli e dalla moglie Mariagrazia (oltre che da Giorgina, bulldog francese). Al collo, oltre al collare, filo dorato a sostenere un cartello: “Sono Jordan e sono innocente”. E si siede pure, perché si legga meglio. Doberman, nove anni — e una zoppia dovuta alla ricostruzione dell’arto anteriore destro, tre anni fa — Jordan è finito a processo per aver fatto strage dei gatti “di famiglia” nel cortile della cascina che i Baselli condividono con alcuni parenti a Quinzano.