Sulla lapide di una madre posata al cimitero di Lugano nel lontano 1921 si può ancora oggi leggere, anche se un po’ a fatica, la scritta “A perenne memoria le figlie riconoscenti posero“. Quasi cento anni sono passati eppure, anziché “a perenne memoria“, sarebbe stato più realistico scrivere “per lunga memoria“. Già perché questa era una delle circa 1.000 tombe toccate negli scorsi mesi da quello che alcuni hanno soprannominato, con un po’ di cinismo, “l’avviso di sfratto“.