Sparivano i vasi. Ma anche inginocchiatoi se le cappelle venivano lasciate aperte. In un cimitero del Perugino i furti erano diventati un incubo. Finché qualcuno disse di aver visto un furgone. E i carabinieri erano risaliti al proprietario. Ora l’uomo è a processo per quei fatti davanti al giudice. La difesa sostiene che non ci siano elementi per connettere l’uomo, un artigiano, alla catena di furti: il furgone nei pressi del cimitero (visto una sola volta peraltro) proverebbe la sua presenza, ma non il coinvolgimento nella sottrazione degli ornamenti cimiteriali.
fonte: www.corrieredellumbria.corr.it