Un ghiotto affare per la criminalità, una condanna ad una vita di violenze e ad una morte atroce per i cani che ne sono al tempo stesso attori e vittime: i combattimenti clandestini tra animali ritornano ad essere un fenomeno drammaticamente in crescita dopo un periodo in cui avevano invece registrato una flessione, merito anche del deterrente rappresentato dal nuovo articolo 544-quinquies del Codice Penale che punisce “con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro chi promuove, organizza o dirige combattimenti tra animali”.