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Rigopiano. I parenti delle vittime fanno le sentinelle contro il turismo dell’orrore.

Si danno il cambio tutti i giorni, c’è sempre qualcuno di loro a presidiare quel luogo di dolore dove i loro cari hanno perso la vita. Questo fanno oggi i parenti delle vittime di Rigopiano per seguire il recupero dei beni personali rimasti sotto le macerie, ma anche per evitare che si ripetano le scene viste a Pasquetta e impedire che tra i resti del resort di Farindola distrutto da una valanga possano aggirarsi nuovamente gitanti e turisti dell’orrore. “Questo luogo per noi è sacro, abbiamo anche il timore di avvicinarci, per non calpestare le tombe dei nostri cari“, racconta la mamma di Emanuele Bonifazi, il ragazzo di 31 anni che lavorava come receptionist nell’hotel. Ogni giorno si lavora per recuperare borse, valigie, telefonini, vestiti appartenuti alle vittime, mentre intorno ci sono ancora i resti dei bivacchi di Pasquetta.

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