Il dj Avicii, morto lo scorso 20 aprile in Oman a 28 anni, “voleva pace” e “non poteva più andare avanti”. È quanto scrive la famiglia in una lettera aperta. “Lottava davvero con pensieri sul significato, la vita, la felicità”, affermano i parenti, sollevando il dubbio che possa essersi trattato di un suicidio. Un portavoce dell’artista, tuttavia, si è rifiutato di confermare se si sia trattato di suicidio. Una fonte della polizia dell’Oman ha fatto sapere che non è un caso di morte sospetta e che le circostanze resteranno confidenziali su richiesta della famiglia. Avicii, il cui vero nome era Tim Bergling, è stato trovato morto il 20 aprile a Muscat, dove era in vacanza con degli amici.