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Usa. Accusata di aver spinto al suicidio il ragazzo 18enne con dei messaggi, ora deve rispondere di omicidio.

È giunto il momento, piccolo“, scrive Michelle, 17 anni, in un messaggio diretto al fidanzato Conrad, di un anno più grande di lei. “Sono pronto“, risponde lui. “Basta pensare“. “Sì, basta pensare“, lo incoraggia la ragazza, “Devi solo farlo. Ci vorranno venti minuti, non è una gran cosa“. Era una sera del 2014. Con il suo pickup, Conrad Roy ha raggiunto un parcheggio in Massachusetts, ha riempito il veicolo di monossido di carbonio ed è morto per avvelenamento. Per qualche momento aveva tentennato, aveva aperto la portiera ed era uscito per strada, ma la chiamata di Michelle Carter lo ha convinto a rientrare. Lei è rimasta con lui al telefono nei successivi venti muniti, lo ha ascoltato piangere e, infine, esalare l’ultimo respiro.

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