In un Paese che ostenta di avere tra le sue priorità il contrasto alla criminalità organizzata è difficile accettare che Matteo Messina Denaro, ritenuto il numero uno di Cosa Nostra, sia ancora latitante. Da decenni. Delle due l’una: o la volontà di catturarlo, malgrado manifestata a ogni piè sospinto, in effetti non c’è, o l’apparato investigativo è inefficiente. O, infine, il latitante gode di tali e tante protezioni e tutele da mettere sotto scacco gli investigatori che si dedicano a tempo pieno alla sua cattura. L’ultima ipotesi è certamente la più vicina alla realtà. Si tenga conto, inoltre, di un altro dato, a ben pensarci inquietante : puntualmente, ogni anno, all’anniversario della morte di Francesco Messina Denaro, papà di Matteo, sul più diffuso quotidiano dell’isola compare un necrologio firmato dai familiari, compreso il figliol prodigo.
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