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Roma. Sant’Eugenio, mazzette sui funerali, rischiano il processo tre impiegati.

Per il rilascio di ogni certificato di morte (gratuito) chiedevano mini tangenti, arrivando a gonfiare la busta paga fino a seimila euro. Altrimenti le esequie non potevano essere celebrate. Coinvolto un altro dipendente dell’ospedale.
Ora i dipendenti rischiano di finire sotto processo con l’accusa di concussione insieme a un loro collega dell’Ospedale del Sant’Eugenio, anche lui coinvolto nel giro di mini mazzette dal valore di cinque euro. Cifra piccola, equivalente a una mancia, ma sproporzionata se si considera che la consegna dei documenti sia esente da spese a carico di chi ne fa richiesta. Attraverso le bustarelle light, gli indagati riuscivano a ingrossare il loro stipendio di circa sei mila euro ogni mese. La richiesta della “mancia” avveniva al momento dell’avvio delle pratiche per il via libera ai funerali. Il mancato pagamento dei cinque euro provocava il rallentamento dell’iter burocratico necessario a celebrare le onoranze funebri.

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