La signora Rosa Di Brino, assieme alle sue figlie, sta vivendo in questi giorni un’esperienza davvero molto triste. Trentacinque anni fa ebbe il suo terzo figlio che purtroppo morì pochi giorni dopo la nascita e che venne seppellito sotto terra al cimitero di Termoli. Dopo tutti questi anni, recandosi al cimitero, hanno trovato un’amara sorpresa: nel posto dove per 35 anni ha riposato la piccola salma vi è un altro defunto. L’estumulazione è stata fatta d’ufficio perché, essendo risultata la tomba senza nome indicativo che attestava chi fosse il bambino morto, per il Comune era uno sconosciuto, anche perché in passato un incendio mandò in cenere tutti i registri con i nominativi di persone morte da diversi anni. Non potendo ricostruirne i vari passaggi e riscontri, si è proceduto d’ufficio e i poveri resti sono stati estumulati, messi in una cassetta di zinco e riposti in un’area comune.
Ciò che reclamano i familiari è di non essere stati avvertiti dell’avvenuta estumulazione, anche se dal Comune si è detto che quando non ci sono riscontri per poter risalire ai dati anagrafici della persona defunta, non sono tenuti alla chiamata diretta dei parenti non conoscendo i dati del morto, ma possono solo diffondere, visibili a tutti, avvisi pubblici con i dati e i numeri delle persone da estumulare. Eppure tutto questo non fermerà la signora Di Brino e le sue figlie che vogliono ottenere giustizia a tutti i costi e che daranno mandato al loro legale per cercare di averla. Niente e nessuno le farà recedere dal loro intento.