L’impatto della cremazione sugli operatori che la realizzano può avere ricadute del tutto impreviste. Il tema è vivacemente discusso negli Usa dove, ormai, l’incinerazione ha raggiunto livelli record e dopo che il corpo di un uomo cremato ha rilasciato radiazioni pericolose. Il defunto, deceduto cinque giorni prima per un raro tumore al pancreas, era stato trattato con un radiofarmaco, il lutezio-177, che ha la funzione di distruggere le cellule tumorali. L’uomo è comunque deceduto due giorni dopo il trattamento ed è stato trasportato all’impresa funebre a cui era stata indicata la volontà dell’uomo di essere cremato, ma non la recente ”cura radioattiva”. La cremazione ha provocato la contaminazione radioattiva dell’intero forno. Gli addetti sono stati analizzati dagli esperti, senza però scoprire tracce di lutezio-177, ma di un altro radiofarmaco, il tacnezio, forse proveniente da altri deceduti, cremati nei giorni precedenti.