Una rubrica per raccontare le cronache dei primi dodici mesi di vita del Cittadino nel 1899 attraverso le pagine originali. Che riportavano naturalmente anche la pubblicità.
Angelo Cattaneo? Forse. Così come il “Sapone amido Banfi” e pure le droghe, i medicinali, i prodotti chimici di Paolo Lazzaroni e figli (anzi, &figli, con quella e commerciale che faceva forse così d’altrove). Ma ad attrarre l’attenzione di un secolo e passa dopo è una piccola pubblicità pure persistente nelle pagine della Rivista monzese di 120 anni fa.
Un carro funebre. Strano? No. Se non fosse che tutto quello che allora, al crepuscolo di due secolo fa, doveva risultare del tutto normale, oggi appare invece del tutto fuori dal tempo.
Strappa un sorriso, eppure: eppure era la normalità, forse addirittura un lusso. Un carro funebre che è una carrozza, trainata a cavalli. Eccola una delle pubblicità con cui il settimanale direttamente cugino maggiore del Cittadino (che sarebbe nato ad agosto di quel 1899, prendendo il posto della Rivista) riempiva la quarta pagina del giornale, occupata dalla pubblicità.
Si tratta di “Villa Biagio” che poteva permettersi anche una immagine per descrivere la sua attività: “Esercente vetture ed impresa R. Poste Monza Via Corte Longa 3 Casa Propria per sole L. 30 fa servizio funebre a domicilio oltre il Comune di Monza fino a 10 Km” recitava l’inserzione, che assicurava “Servizio pari a quello di città” diceva, buttando anche l’impresa più in là, nel futuro: “Tiene pure furgone per trasporti cadaveri a prezzi modicissimi”. Anno 1899, lo stesso in cui è nato il Cittadino: il suo antecedente offriva l’ultima delle quattro pagine di settimanale agli inserzionisti.