La notizia è di quelle che hanno lasciati stupefatti non solo gli autisti dei mezzi sequestrati, ma anche i familiari dei defunti, che possono essersi trovati ad assistere alla vicenda assurda dei carri funebri bloccati dalle forze di polizia perché non in regola con la revisione. Una vicenda che sembra aver trovato una via d’uscita nel chiarimento trasmesso dal Ministero. AI conducenti dei veicoli veniva contestata la mancata revisione annuale come accade per i taxi, le ambulanze e i mezzi con massa superiore a 3,5 tonnellate. Il problema nasce dal fatto che i mezzi impiegati per il servizio funebre sono omologati “ad uso speciale” e questo ha creato la breccia in cui si è insinuato l’errore di archiviazione alla Motorizzazione. Il Ministero spiega che “con mirati interventi informatici si è riuscito a rendere conforme la scadenza a quanto previsto per i veicoli M1 ed N1, ovvero quattro anni dalla prima immatricolazione e due successivamente“. Il problema non indifferente arrecato alle imprese di servizi funebri, sembrerebbe generato da un “inserimento di dati errati in fase di omologazione“.