La sua è stata una vita dura e in bianco e nero, almeno da quando aveva deciso di spegnere per sempre la sua musica. Soprattutto negli ultimi anni, vissuti da clochard: una scelta dolorosa ma anche consapevole, di assoluta libertà. Roberto Negro, ex docente di musica, aveva scelto da tempo un’esistenza da senzatetto. È morto in ospedale il 17 giugno scorso, dopo un lungo duplice ricovero, quasi nell’indifferenza generale. Ben più lungo è stato però il triste “parcheggio” della sua salma nell’obitorio del Campo di Marte. Quasi sei mesi di attesa, dimenticato in una squallida cella frigorifera, prima di poter ottenere una degna e decorosa sepoltura. Si attendeva un gesto da parte di alcuni familiari che abitano in Friuli, ma nessuno si è fatto avanti: alla fine è toccato al Comune prendere in mano la delicata situazione e provvedere in proprio alle esequie.