Segno dei tempi che cambiano, in America più che in Europa: gli USA non sono mai stati i principali estimatori del diesel ed è proprio in questo Paese che Volkswagen ha pagato di più a livello di immagine dopo lo scandalo del dieselgate. Così sono nati i cimiteri delle auto diesel americane, enormi parcheggi dove si trovano le auto riacquistate dal gruppo tedesco. Si tratta delle vetture con il “defeat device” che barava sulle emissioni di NOx durante i test: il gruppo Volkswagen è stato costretto a ritirarle dal mercato o acquistarle dai clienti e, ad oggi, sono quasi 300.000 le vetture parcheggiate in 37 aree “cimitero”, tra le quali c’è anche uno stadio a Detroit e un vecchio impianto produttivo in Minnesota. La cifra sale a 335.000 se contiamo anche i modelli rivenduti o demoliti, un’operazione da quasi 8 miliardi di dollari. Se consideriamo anche l’aspetto legale, la cifra sale a 25 miliardi. Lo stallo non è fine a sé stesso: il produttore ha infatti intenzione di rimettere in vendita almeno parte delle auto che sono sottoposte a costante manutenzione e controlli. Per farlo, però, dovrà aspettare il via libera delle autorità dopo l’aggiornamento tecnico per rientrare nei limiti. Secondo le ultime informazioni, datate febbraio 2018, il gruppo ha riparato o aggiornato quasi l’83% dei veicoli del dieselgate, tra i marchi Audi, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, SEAT e Skoda.