Non si scappa più. Tutte le piattaforme di condivisione di contenuti devono ormai rispondere di quanto circola al loro interno, si tratti di disinformazione o di materiale violento. Soprattutto se gli iscritti sono giovanissimi. Musical.ly, ad esempio, applicazione nata in Cina nel 2014 utilizzata da più di 200 milioni di ragazzini di tutto il mondo, 4 milioni in Italia, in cui hanno iniziato a circolare video con allusioni sessuali o immagini di autolesionismo. A riportarlo la testata americana Buzzfeed, su segnalazione di un post su Medium di una mamma preoccupata.