Le due Federazioni Nazionali, rappresentative dell’Imprenditoria Funeraria privata, hanno sollecitato le massime Autorità Sanitarie dello Stato chiedendo di garantire alla categoria misure adeguate ad una tempestiva ed efficace protezione.
Questi i punti salienti della lettera inviata:
“Fin dal manifestarsi della pandemia, tutti i nostri Operatori si sono trovati particolarmente esposti, così come il personale sanitario, ai rischi di trasmissione del Covid-19 dovendo trattare tutte le salme, quelle positive al coronavirus e le altre, e dovendo entrare in contatto con le famiglie colpite da un lutto, anch’esse possibili veicoli di contagio per essere state vicine ai loro cari defunti.
E il dato nazionale dei decessi avvenuti in questi mesi fra gli addetti funebri è drammatico e particolarmente inquietante.
Spesso le Istituzioni, nonostante il riconoscimento del ruolo svolto dal comparto (basti pensare all’identificazione delle Case Funerarie quali luoghi atti ad ospitare i feretri, a fronte delle carenze dei locali di sosta, in attesa di cremazione o di sepoltura), hanno ignorato ogni legittima richiesta avanzata dalla categoria, in primis quella di poter accedere ad un canale dedicato per la distribuzione dei Dispositivi di Protezione Individuale indispensabili a svolgere il proprio lavoro in assoluta sicurezza.
Oggi il nostro Paese, come tutta Europa, sta predisponendo la gestione di una vaccinazione di massa della popolazione definendo le priorità di coloro che dovranno essere protetti con il vaccino.
Chiediamo quindi che, parallelamente ai soggetti più deboli e al personale sanitario, agli addetti funebri, proprio per l’esposizione al contagio legata al lavoro svolto, siano garantite le tutele vaccinali prima che ad altre categorie, riconoscendo così le valenze del loro intervento e mettendoli nelle condizioni di operare con la necessaria tranquillità”.