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Napoli. I messaggi di Tullio, morto di Covid, alla moglie: “Mi faccio intubare. Se va male vi seguirò da lassù”.

Ho finito l’acqua, domani come faccio? Mi sono inventato un alfabeto morse per chiedere aiuto. Dopo un’ora è venuto uno che lo conosceva. Il problema è la maschera: è piccola per me, mi fa male ai denti”. Sono i messaggi di Tullio Flamini alla moglie Sofia, inviati dal letto del Padiglione M per i pazienti Covid all’Ospedale Cardarelli di Napoli. Tullio è stato ricoverato il 28 settembre scorso ed è morto l’8 ottobre. La sua storia, purtroppo, è molto simile a quella di tanti altri morti in ospedale causa del virus: solitudine e pochissime e intempestive comunicazioni ai familiari che non possono accedere ai reparti. Tra i suoi ultimi messaggi prima di essere intubato scrive alle figlie: “Vi voglio bene. Se la cosa si mette male, dovete essere tutti uniti con vostra madre. Io poi vi seguirò dall’alto. Sono troppo stanco. Un bacione a tutti”.

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