La protagonista del romanzo bestseller “Cambiare l’acqua ai fiori” di Valérie Perrin è custode di un piccolo cimitero in Francia. Da casa sua passano parenti sconsolati dopo il funerale di un loro caro, storie che si incrociano, di dolore, ma anche di amore, vite che proseguono nonostante tutto e segreti in cerca di una soluzione. Per tutti c’è una parola di conforto, un attimo di ascolto, o più semplicemente una bevanda calda e un biscotto. A Mola di Bari una donna vorrebbe realizzare un sogno molto simile: si chiama Giusy Terrafino, ha 51 anni ed è proprietaria di un appezzamento vicino al cimitero.
Il suo progetto è semplice: “Io voglio vendere i fiori e costruire anche una piccola sala del commiato. Diciamo qualcosa di simile a quanto vediamo in tv nella fiction “Che Dio ci aiuti” con Elena Sofia Ricci. Sembra una cosa stupida, ma non lo è“. Giusy Terrafino ha però un ostacolo da superare: è malata di cancro, si è già sottoposta a nove cicli di chemioterapia e ha dovuto lasciare il lavoro come bracciante agricola per potersi curare. Si sostiene con una misera pensione di invalidità di 286 euro, ai limiti della sopravvivenza. La vendita dei fiori con annessa sala di commiato le permetterebbe di essere più tranquilla, almeno da un punto di vista economico.