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Una doverosa precisazione.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente.

Gentile Direttore,
faccio seguito alla telefonata odierna per una precisazione conseguente alla pubblicazione del pezzo a Tua firma “Quando si fa informazione scorretta…”.
Chiarisco che al momento della pubblicazione della notizia nella [Fun.News 3593] non ci risultava alcuna smentita del colonnello Storoni. La stessa notizia è stata tratta, quanto al virgolettato, dall’articolo su www.lavocedivenezia.it del 31/3/2020 che allego.
È indubitabile che, nonostante l’impegno delle imprese funebri bergamasche, esse siano state soverchiate da una mole di servizi per loro, da sole, impossibile da sostenere, al punto che sono dovuti intervenire mezzi militari per trasferire centinaia di feretri.
Ciò deve far riflettere su come progettare un sistema funebre capace di affrontare anche shock epidemici, fino ad una certa scala. E ciò è totalmente indipendente dalla natura pubblica o privata di chi esegue quei servizi. E questo vale, ovviamente, anche per i servizi a valle, cioè cimiteri e crematori.
L’affermazione del colonnello Storoni su taluni comportamenti scorretti da parte di qualche impresa funebre, che ora sembra smentita a voce, era una notizia particolarmente rilevante e come tale una testata – non di parte – aveva il compito di pubblicarla e far sì che eventuali abusi fossero stigmatizzati.
Un caro saluto!

Ing. Daniele Fogli

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