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Brasile. A San Paolo è strage, ma non si dice.

Oltre al grattacielo, venuto giù come un castello di carte nel cuore di San Paolo in Brasile, rischia di crollare anche quello che resta della credibilità dell’amministrazione della megalopoli paulista. Mentre ufficialmente si parla di appena una vittima, la stampa dice che sono molte decine di persone, oltre una quarantina, date per disperse e che potrebbero essere morte nel crollo. C’è la mafia delle occupazioni dietro il controllo di questo rudere in pieno centro città. Nel palazzo vivevano circa 150 famiglie. Gli occupanti, quasi tutti stranieri, pagavano circa 400 reais, poco meno di un centinaio di euro. La metà di un salario minimo in Brasile. Dalle informazioni che stanno filtrando, le porte degli appartamenti venivano chiuse ogni notte dall’esterno dai cosiddetti amministratori. Ufficialmente per garantire la sicurezza degli occupanti. In realtà per impedire che dopo una certa ora entrassero altri senzatetto che potessero dormire al coperto senza aver pagato l’affitto. Da qui il timore che molte persone possano essere morte perché non sono riuscite a scappare.

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