Un cimitero di navi dall’ineguagliabile valore: è ciò che ha trovato un team di archeologi del Black Sea Project, in verità alla ricerca di risposte al cambiamento climatico. I ricercatori invece hanno trovato un vero e proprio tesoro. Ci sono voluti tre anni di lavoro per individuare, sul fondo del Mar Nero che si affaccia sulla Bulgaria, 60 imbarcazioni romane, bizantine, ottomane che hanno attraversato 2.500 anni di storia. Fra queste, tra le ultime scoperte, c’è una nave romana che ha duemila anni ed è perfettamente conservata. Non potevano credere ai loro occhi: una dopo l’altra, sul fondo di un mare che in profondità è anossico, ovvero con acque prive di ossigeno, c’erano relitti di navi con alberi maestri ottimamente conservati, stive cariche di anfore, ceramiche e altri oggetti e soprattutto tipi di imbarcazioni mai viste prima. Grazie alla poca luce e all’assenza di ossigeno, legni, metalli e altri materiali non sono danneggiati e le condizioni di alcuni relitti sono sconcertanti per quanto siano intatti. Per analizzarli sono stati utilizzati robot subacquei per arrivare fino a oltre 2000 metri di profondità, veicoli a distanza, scanner, laser e attrezzature geofisiche. Timoni, alberi, corde e altri reperti saranno ora analizzati in un lavoro che richiederà mesi, forse anni.