Di calciatori che da soldi e successo sono finiti sul lastrico, se ne contano parecchi. Per esempio l’ex terzino sinistro interista Andreas Brehme, nei guai con il fisco tedesco; o l’ex attaccante del Brescia Jorge Cadete, passato da uno stipendio milionario al sussidio di 189 euro a settimana e lavori saltuari; e poi ancora Maurizio Schillaci, cugino di Totò, tragicamente finito a elemosinare a Palermo. E poi c’è anche Nico Patschinski, ex attaccante nato a Berlino Est, che tra le altre ha vestito la maglia del Sankt Pauli, squadra di un quartiere di Amburgo con cui conquistò la promozione in Bundesliga nei primi anni 2000. “Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l’ho sperperato“, diceva George Best. E Patschinski, finita la sua carriera da calciatore, ha pensato bene di dilapidare la sua fortuna al casinò, ritrovandosi presto senza il becco di un quattrino. Fu così che si è trovato di fronte alla necessità di reinventarsi, semplicemente per campare. E quindi, come ogni comune mortale che non ha la fortuna di nascere con i piedi buoni o il senso del gol, ha iniziato a cercarsi un lavoro. E che lavoro ha trovato? L’autista del carro funebre, prestando servizio in un’agenzia di pompe funebri. E così, volante alla mano, si è ritrovato con il macabro compito di trasportare bare. Fino a quando l’Amburgo ha deciso di offrirgli una seconda possibilità, senza tuttavia fargli abbandonare il suo nuovo ruolo di autista. Solo che ora non ha più a che fare con silenziosi defunti, bensì con rumorosissimi tifosi che intonano cori e sfottò. Patschinski è stato infatti incaricato di trasportare i tifosi, guidando gli appositi pullman che la società destina ai propri sostenitori.