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Un “seppuku” in stile sabaudo: il suicidio dello scrittore Emilio Salgari.

Il clima umido per la vicinanza del fiume, il sole che sorge, la vegetazione fitta e un uomo che si inginocchia. Ripercorre con freddezza un rituale antico con cui si tolgono la vita i samurai: il seppuku, il suicidio rituale. Funziona così, in quella parte dell’Asia: il coltello deve affondare nel ventre (sede dell’anima) a sinistra ed essere portato velocemente a destra, dentro la carne. Poi un guizzo verso l’alto, per completare lo sventramento. È questo il momento del kaishaku, la decapitazione affidata a un fedele amico che pone fine alla sofferenza del suicida decollandolo con un fendente rapido.

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