La gente di Manchester ha ancora bisogno di piangere i 22 morti dell’attentato kamikaze fuori dall’Arena durante il concerto di Ariana Grande. Ma le manifestazioni pubbliche di resilienza come il concertone di pochi giorni fa rischiano di seppellire questo desiderio “sotto una coltre” che, di fatto, non fa che rimuovere il bisogno di vivere il lutto. Monsignor John Arnold, vescovo della diocesi cattolica di Salford, che comprende anche la città di Manchester, ha espresso così giovedì in un’omelia la sua preoccupazione per la tendenza da parte della società, dopo ogni attentato, a rimuovere il lutto e il dolore.