Nelle ultime settimane sono accaduti fatti dolorosi che hanno attirato l’attenzione pubblica in modo massiccio e di cui i media si sono naturalmente nutriti in modo adeguato. Paradossalmente in almeno due dei tragici eventi sono stati protagonisti mezzi di locomozione: i treni in Puglia e un camion a Nizza. Se vogliamo anche nel golpe turco elicotteri e aerei hanno avuto un importante ruolo. Ma chi può mettere in discussione l’importanza che tali mezzi hanno nella qualità della nostra vita, fatta di mobilità e di trasporto merci, qualora vengano utilizzati correttamente? Nei nostri momenti di spensieratezza quante volte ci appassioniamo a competizioni che hanno questi mezzi come protagonisti (bici, moto, auto, kart, …)? In questi giorni dei tragici fatti citati è stato detto tutto, forse anche troppo, e in qualche caso anche a sproposito. La mia attenzione è stata pertanto attirata da un’altra immane tragedia che ha visto protagonista un bambino, un angelo di soli sei anni, deceduto sempre a causa di un mezzo di locomozione, una minimoto, a seguito dello schianto contro una cancellata.
