La voce dei monaci di Tibhirine non si è spenta nella primavera del 1996. Ancora oggi si leva per rivolgere “un appello a tutta l’umanità“: quello di “scommettere su una presenza fraterna, dove uomini e donne possono amarsi al di là delle differenze di religione e di cultura“. È con queste parole che monsignor Éric de Moulins-Beaufort, vescovo ausiliare di Parigi, ha reso omaggio ai trappisti che vivevano nel monastero di Notre Dame de l’Atlas, in Algeria, venti anni dopo che le teste di sette di loro furono ritrovate tra la neve, nelle vicinanze di Medea.
La morte dei monaci di Tibhirine non è stata “un fallimento, ma una promessa”.
3 Giugno 2016, 12:36
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