Viviamo in tempi in cui sembra davvero che una terribile pulsione di morte si sia aperta la strada dentro le anime degli individui e dentro la società. La cronaca delle nostre città ci fornisce ogni giorno esempi spaventosi di atti di violenza cieca, assurda, perpetrati alle volte all’interno delle famiglie stesse, che dovrebbero essere il recinto protettivo più sicuro, e non lo sono. Penso alla pratica abominevole della pedofilia, o a quella del femminicidio, in cui abortisce una idea falsa, arretrata, barbarica, di amore come possesso assoluto. Penso alle violenze gratuite e orrende che si abbattono sempre più spesso verso i deboli, verso coloro che non si possono difendere: quante volte abbiamo dovuto girare la testa di fronte ai filmati che mostrano vecchi disabili offesi turpemente nel loro fisico e nella loro dignità. Penso al diffondersi di comportamenti malavitosi, a un cancro camorrista che disgrega le cellule buone per diffondere prepotenza, corruzione, soprusi e morte dovunque.