C’era un cielo che le sarebbe piaciuto. Di quelli che ti prendono in contropiede, tanto ti sorprendono. Come i suoi lavori di una vita che non è passata inosservata. Si sono celebrati il 6 aprile i funerali di Zaha Hadid, l’archistar di origine irachena, scomparsa a Miami lo scorso 31 marzo. Una cerimonia sobria, lontana dai riflettori che l’hanno rincorsa da quando il suo nome era entrato del firmamento di chi dalla carta faceva nascere sogni che facevano diventare più affascinanti le nostre città. Le esequie nella moschea centrale della capitale inglese, in pieno centro, vicino a Regent Street. Poi la tumulazione davanti ad un gruppo ristretto di familiari ed amici nel cimitero di Brookwood, sotto una quercia secolare. Una bara bianca con migliaia di rose dello stesso colore.
