L’ultima moda all’insegna dell’amore per la morte, negli Stati Uniti, si chiama “Pharm Party”, trascritto in italiano come Farma-party, letteralmente la “festa dei farmaci”. I ragazzi, perlopiù adolescenti, rubano ai genitori farmaci dai cassetti per consumarli insieme agli amici, in modo casuale e senza limiti, anche mischiandoli, come se fossero patatine o popcorn. Anti-infiammatori, anti-influenzali e anti-dolorifici, perfino anti-depressivi, medicinali di ogni genere e grado di tossicità, vengono mescolati insieme in cocktails letali, a volte insieme alla frutta, in macedonie mortali. Una sorta di roulette russa a base di pillole, prese a manciate da una ciotola, spesso anche bevendo alcolici. Un mix devastante.
Il primo a darne notizia fu il quotidiano “Public Opinion”, nel 2002, dopo che un ragazzo che aveva partecipato ad uno di questi festini era entrato in coma. Uno studente liceale di 17 anni, Corey Suazo, è morto a causa di una miscela velenosa di un anti-dolorifico e cocaina. Questa insana abitudine sembra essere diventata addirittura un costume diffuso, nel Nuovo Continente, tanto che la Food and Drug Administration (Fda), l’agenzia che regolamenta i farmaci, parla di una “epidemia” e ha pubblicato un video, sul suo sito web, per sensibilizzare sul problema e dare consigli su come evitare incidenti. Aumentano i ricoveri in ospedale. E il rischio che possa essere “importata” anche tra i giovani del Vecchio è alto, come avviene per quasi tutte le mode “made in USA”. Anche se così non fosse, però, ove si trattasse di una pratica a “stelle e strisce”, comunque, è un motivo di allarme sociale, etico, pedagogico e culturale, oltre che prioritariamente sanitario.
Negli Stati Uniti, si denuncia un uso eccessivo di farmaci, da oltre metà della popolazione, e anche un abuso di prescrizioni mediche, in particolare analgesici, anti-depressivi e farmaci per la tosse. Ed è uno schiaffo a chi guarda con ammirazione al Paese della Grande Mela.
Per restare in “casa nostra”, in Italia, nella Relazione annuale del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, al Parlamento, nel 2015, veniva denunciato il pericoloso fenomeno del cosiddetto “bing drinking” tra i giovani, soprattutto di età tra i 18 e i 24 anni: il consumo smodato di alcolici, in vere e proprie abbuffate, spesso a stomaco vuoto, per ubriacarsi più velocemente, con gravi danni alla salute, al sistema immunitario e al cuore. Questa altrettanto insana moda riguarderebbe circa 8 milioni e mezzo di italiani. Mentre un paio di anni fa si parlò, addirittura, della moda “vampirista” di bere sangue, ispirata dalle saghe “a tema”. E aumentano i connazionali che manifestano disturbi psichici di varia intensità: almeno uno su tre; oltre il 70 percento delle patologie compaiono entro i 25 anni.