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Camastra. La mafia vista da vicino.

Vincenzo ha aperto un’agenzia di pompe funebri insieme a un componente della famiglia mafiosa Meli. Non essendo del posto, non era consapevole di chi era il suo socio. Era il 2004. L’incubo inizia nel gennaio 2012 quando il capofamiglia Meli esce dal carcere. Vengono minacciati lui e il suo nuovo socio, Bruno: le intimidazioni arrivano ai figli. Vincenzo e la moglie Irene denunciano: le ritorsioni non si fanno attendere, al punto che viene bruciata loro la macchina. Oltre al danno, la beffa: i Meli aprono una propria agenzia funebre, così Vincenzo è da sette mesi senza lavoro perché le persone non chiedono più i suoi servizi. Le intimidazioni continuano comunque: viene dato fuoco al pulmino dell’attività. Con il boss di nuovo in arresto, vengono sentite le donne della famiglia e la figlia di Meli risponde che è tutto da dimostrare. In giro per il paese, al nome dei Meli si ottengono silenzi eloquenti; il sindaco, invece, sa solo dire che il paese non è quello che si vuole descrivere.

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