Il titolare di un’agenzia funebre l’ha spuntata dinanzi al Tar Lecce contro il comune di Neviano. La vicenda è quella relativa alla “Casa del Commiato”, struttura che accoglie le salme prima del funerale per consentire a parenti e amici di salutare il defunto per l’ultima volta. L’uomo ha presentato un ricorso contro il Comune e contro il titolare della Casa del Commiato chiedendo l’annullamento di tutti gli atti e documenti finalizzati alla realizzazione della struttura. Tra questi la richiesta del permesso a costruire la struttura con annessa agenzia funebre al piano terra di un fabbricato che aveva ricevuto parere positivo. A sostegno del ricorso il legale ha contestato la violazione della L.R. n. 34/08 e del Regolamento Regionale n. 8/15; la violazione del Regolamento comunale di polizia mortuaria del Comune di Neviano; la violazione del PUG; eccesso di potere. La sentenza ha disposto l’annullamento degli atti impugnati perché i motivi del ricorso sussistono. “Il Collegio ha rilevato che l’esercizio di una “sala del commiato”, anche ai fini della destinazione di zona secondo la normativa urbanistico-edilizia, non può in alcun modo ritenersi attività commerciale o ad essa equiparata, rientrando a pieno titolo tra le attività cimiteriali”. Per questo non può essere collocata nel pieno centro del paese.