Nel 2016, all’80enne britannico Geoff Whaley è stata diagnosticata la malattia del motoneurone, una patologia neurologica incurabile. Dopo aver perso l’uso degli arti e aver scoperto che gli restavano dai sei ai nove mesi di vita, il pensionato ha deciso di morire in una clinica in Svizzera. Il 7 febbraio 2019 ha esalato l’ultimo respiro. Poco prima, ha voluto inviare una lettera ai parlamentari inglesi in cui chiede la modifica delle leggi vigenti sul fine vita: “L’attuale legge mi ha privato del controllo sulla mia morte“. Ora la moglie Ann rischia 14 anni di prigione per averlo aiutato a organizzare il viaggio. L’uomo è morto tra le braccia della moglie e circondato da parenti e amici. “Grazie al loro sostegno sono stato in grado di realizzare il mio ultimo desiderio: avere il controllo della mia fine, piuttosto che sopportare l’immensa sofferenza che la malattia aveva in serbo per me“. Le sue ultime settimane di vita, però, non sono state affatto tranquille: “Sono state rovinate dalle visite dei servizi sociali e della polizia. La legge ha cercato di punire coloro che tentavano di aiutarmi ad arrivare in Svizzera. Trovo che tutto ciò sia ipocrita e crudele”.