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Bologna. Racket del caro estinto: “In ospedale vendevano le bare”.

Ci sono altre segnalazioni firmate da imprenditori delle pompe funebri finiti ai margini del sistema, ma anche da parenti di defunti che denunciavano negli anni comportamenti pressanti degli addetti alle pompe funebri che si muovevano indisturbati con la complicità degli operatori delle camere mortuarie. Lamentele che sarebbero cadute nel vuoto permettendo a dipendenti e vertici delle ditte travolte dallo scandalo dell’inchiesta “Mondo sepolto” di fare il bello e il cattivo tempo all’interno degli ospedali. E nessuno controllava. Nelle camere mortuarie non c’era solo il mercimonio per accaparrarsi i funerali, si vendevano perfino le bare. Come se quello fosse una sorta di ufficio mobile. Lo testimonia una ripresa fatta da una telecamera nascosta alla camera mortuaria del Maggiore: si vede un’addetta delle pompe funebri coinvolte nell’inchiesta mentre, seduta nell’ufficio, mostra un catalogo di bare ai familiari in palese violazione delle regole di accesso alle camere mortuarie da parte delle imprese. Oltre ai parenti del defunto, si vede anche un operatore della camera mortuaria che assiste alla scena.

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