Carri funebri anonimi, privi di riferimenti ai nomi delle imprese: è il nuovo caso scoppiato dopo quello dei manifesti senza logo apparsi sul territorio già da qualche settimana. Tutto è nato in concomitanza con la notifica, da parte della prefettura di Napoli, di due interdittive antimafia ad altrettante aziende del territorio: Eredi Cesarano e La Fenice. Provvedimenti amministrativi nati sulla scorta di segnalazioni da parte delle forze di polizia, che di fatto hanno bloccato due delle società tra le più attive nei comuni dell’area flegrea-giuglianese, entrambe gestite da componenti della famiglia Cesarano. Si tratta di aziende balzate a più riprese agli onori delle cronache: chi le gestisce, infatti, è legato da vincoli di parentela con esponenti di primo piano del clan Polverino, in qualche caso condannati in via definitiva per associazione mafiosa. Dopo le notifiche delle interdittive, i nomi di alcune aziende sono spariti dai manifesti e dai carri funebri utilizzati per il trasporto dei feretri. Qualunque sia la ditta all’opera, insomma, non fa nulla per rendersi riconoscibile. Una strana coincidenza, che ha suscitato l’attenzione dei carabinieri che vogliono ora appurare se dietro queste procedure si celi in realtà la volontà di aggirare i provvedimenti emanati dalla prefettura di Napoli.