Lo scandalo del tempio crematorio è partito da un dipendente della Socrebi, società della famiglia Ravetti che gestisce il forno. Il dipendente ne avrebbe parlato con un ex collega, che a sua volta avrebbe riferito ai titolari di alcune imprese di pompe funebri locali. Stando alle indiscrezioni che circolano in città, successivamente le imprese si sarebbero rivolte ad un’agenzia investigativa che, verificata tutta la documentazione presentata, avrebbe subito informato la Procura: troppo gravi e circostanziate le prove per non segnalarle immediatamente all’autorità giudiziaria. Va avanti anche l’attività del Codacons a tutela dei cittadini. L’associazione sta raccogliendo adesioni tra le famiglie potenzialmente coinvolte, per un’eventuale maxi-querela collettiva. L’ente è in prima linea da giorni nel fornire informazioni e prestare assistenza legale, oltre che per raccogliere adesioni e documenti per una potenziale maxi-querela, non solo contro gli eventuali responsabili, ma anche contro gli enti pubblici preposti ai controlli.