Sconcerto tra i visitatori al cimitero cittadino, numerosi visto l’avvicinarsi della festività dedicata ai defunti, che hanno assistito all’incursione dei carabinieri nel forno crematorio. I carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria hanno eseguito due ordini di custodia cautelare in carcere e di fatto bloccato l’attività nell’impianto, chiudendo al tempo stesso le vie di accesso e fermando i dipendenti già al lavoro. Richiamati anche i titolari delle altre aziende funebri che oggi avevano in programma la cremazione: le salme, almeno una decina, sono state ritirate prima dell’apposizione dei sigilli e le esequie verranno celebrate altrove. Da prime indiscrezioni che arrivano dal Comune, si tratterebbe degli effetti di un’indagine, durata molte settimane, relativa a gravi violazioni che riguardano l’attività del crematorio, soprattutto relative alle modalità con cui vengono trattate le salme prima e dopo la cremazione, molte delle quali provenienti da fuori provincia. Pare che i carabinieri, che hanno lavorato anche di notte con l’ausilio di telecamere nascoste, abbiano trovato abbandonati diversi scatoloni contenenti resti umani. L’impianto, che si trova inserito nel cimitero cittadino, è gestito dalla Socrebi, società creata dall’impresa di pompe funebri Ravetti, che attraverso un project financing ha costruito struttura e impianto, del valore di circa due milioni di euro, in cambio della gestione per 27 anni.