La morte in diretta, i selfie col cellulare accanto al lenzuolo che copre il corpo ormai senza vita di Stefano Pasqui, il motociclista ucciso nello scontro con un Tir: è l’ultimo scandalo di una realtà virtuale nella quale ormai non ci sono più pietà e rispetto neppure per le vittime, in cui persino un incidente finito in tragedia si trasforma in macabro spettacolo da conservare nell’archivio del telefonino o magari da postare sui social. Una deformazione del costume che non lascia indifferente neppure la procura, dove si valuta addirittura un’ipotesi di reato, il vilipendio di cadavere, nel caso che le foto e i loro autori dovessero essere mai rintracciati. Non sarà facile, è bene dirlo subito. Ai due ragazzi scacciati in malo modo dai soccorritori del 118 quando si sono resi conto di quello che stavano facendo nessuno ha chiesto il nome.