Il morto non vede, non sente e non sa. Così recita un detto antico, in ossequio al rispetto che ai defunti si deve, ma che dai defunti poi si stacca, necessariamente, perché la vita va avanti. Talmente avanti che fin da subito, col corpo ancora “caldo”, appena seppellito, una parente del compianto ha subito pensato di mettere a segno una incredibile truffa ai danni dei suoi stessi parenti. La storia riguarda quattro sorelle scafatesi, ora attese in tribunale davanti al giudice monocratico dopo la denuncia: una delle tre in veste di imputata, secondo le accuse, avrebbe gonfiato la fattura della ditta di onoranze funebri, mettendosi in tasca indebitamente una torta di oltre seimila euro, chiedendo il conto alle altre tre per coprire le spese. Le sorelle vittime del raggiro hanno pagato un incremento di seimila euro circa alla terza, ora alla sbarra per averle raggirato sulla pelle del padre, presentando un conto finale di oltre ottomila euro rispetto ai duemila pagati alla ditta di onoranze funebri. Così, mentre avveniva il lavoro di trasporto, funerale e tumulazione, a fronte del dolore manifestato, delle pratiche da sbrigare e infine del conto, la quarta sorella ha monetizzato, secondo le accuse, presentando una richiesta di saldo alle altre tre sulla base di una nota spese in realtà pari ad un quarto.